Bollettino (urgente) dall’esistenza contemporanea

Anticipazioni dal terzo romanzo di Aldo Strisciullo: ”La setta dei Poeti o Libro blu”

Devo dire, in tutta onestà, che ho tentato di vivere la vita che ho trovato sulla terra, ma non ci sono ancora riuscito. Come tutti, da bambino, ho ricevuto dai miei genitori quelle istruzioni di massima sul percorso della vita crescere, studiare, diventare in qualche modo un adulto, poi lavorare, metter su famiglia e così via. Il tutto scandito da ‘valori’, idee e concezioni su come, cosa e quando fare questo e quello, quali esperienze, ecc. 

Non è che però i miei genitori mi abbiano saputo insegnare bene, anzi, a dire la verità, le cose che apprendevo, non solo da loro, ma anche a scuola, dal mondo adulto in generale, non erano che approssimazioni: “Se fai così… forse…”. Una ‘logica’ comoda che serve e non serve a niente. E dunque, di approssimazione in approssimazione, la mia forma umana, il mio carattere, non si sono mai formati del tutto. Cioè non si sono mai sedimentati in una qualche certezza di vivere, ammesso che questa davvero esista. Più fortunati, infatti, sono coloro che, nel bene o nel male, dicono con una convizione ammirevole: “Io sono…”.

In questi anni frenetici, ogni volta che provavo a recitare, diciamo, impersonare un soggetto qualunque di questa nostra società, “Ehi, ciao, ma hai sentito che cambieranno la legge xyz?”(così tanto per parlare e immaginare di esistere), quel soggetto, ossia un uomo di cultura, un patriota, un tifoso, un anticonformista, una persona diligente, un uomo, una donna, uno studente, ecc. appariva presto inconsistente. Mi si sbriciolava davanti nel giro di poco tempo. Insomma, non facevo in tempo ad interpretare un personaggio che questo diventava inutile, sorpassato, instabile… Ma come si fa a vivere, chi ci riesce, chi ci crede veramente?

Ecco il motivo per cui iniziai ad interessarmi di vita alternativa, nel mio caso, di vita marziana. Se la vita terrestre era una presa in giro, doveva esserci nel cosmo, magari senza andare fin sulla luna, un mondo, una realtà più seria o quanto meno più stabile… E così mi misi a cercare, fra avanzi e scarti, le persone terrestri fuori luogo, ‘malate’ e inopportune e… trovai… o mi trovarono, non saprei dire, poiché a questo punto so talmente poco di me stesso, della chimica dell’esistenza, che non vado ingenuamente a ficcarmi in nuove contraddizioni.

Ad ogni modo, la visione marziana mi dava la possibilità di buttare all’aria qualsiasi fatica di progetto esistenziale terrestre e di poter dire a me stesso “chissene…” e di mettere insieme e azzerare un’accozzaglia di anomalie che la mia giovane mente aveva registrato fin da bambino – non so se capite che cosa intendo -, e che ad ogni passo paralizzavano le mie scelte: si deve vivere così o colà?… ‘boh’ era la mia risposta più meditata (e scientifica).

La visione marziana, però, se da un lato ti salva dalle stranezze della vita terrestre, dalle sue evidenti bugie e finzioni, dall’altro ti getta per un certo tempo in un baratro esistenziale. Tolta la stampella di un ‘chi sono’ generico, scarnifica ogni illusione di essere o di esistere fino a renderti un uomo senza terra. Ed è a quel punto che vorresti tornare indietro e vestire qualche bell’abito da cerimonia terrestre e poter dire agli altri (e a te stesso) qualche frase di convenienza, che dia una buona parvenza di umano felice, normale e con la coscienza a posto. Ma purtroppo, indietro non si torna e i vecchi abiti, una volta dismessi, non vestono più come prima. Anzi, ti fanno sentire ancora più falso. Allora, di nuovo sei sospeso e devi cercare.

Dunque, ad oggi, a cinquant’anni, non so proprio che pesci prendere. Mi alzo la mattina con un entusiasmo che non so su che cosa investire: “Oggi faccio questo… sì…”, ma poi ‘questo’ sbiadisce e mi trovo di nuovo nudo con me stesso: sono terrestre o marziano, zuppa o pan bagnato? Faccio o non faccio, ma che faccio… ma… davvero possiamo fare o essere qualcosa o qualcuno? Capite che non è facile e sinceramente ora comincio ad ammirare chi la mattina trascorre la sua esistenza in qualche ‘punto’ senza troppe domande… E che, spesso, mi sento ancora come un bambino che nessuno ha mai preso per mano per dirgli: “Ecco, questa è l’esistenza!”. Una certezza impossibile, devo ammattere, in un mondo sempre in continuo movimento. 

Allora, qual è la morale? Nessuna, le cose sono ciò che sono senza un motivo né un perché. Colui o colei che è in grado di assimilare questo fatto, forse, dico, forse da qualche parte sbucherà! Fatemi sapere, non nascondetevi…

Aldo Strisciullo

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